Si è avvicinato alla musica fin da bambino, ha suonato da autodidatta fino all’adolescenza, per poi diplomarsi in Composizione al Conservatorio ‘A. Casella’ de L’Aquila. E’ Fabio Liberatori, tra i compositori più apprezzati d’Italia, ex tastierista degli Stadio, autore delle colonne sonore dei film di Carlo Verdone per oltre quarant’anni e musicista che con Lucio Dalla ha condiviso importanti percorsi di crescita professionale. Liberatori, è membro della giuria in presenza al concorso omaggio a Lucio Dalla, nelle serate della semifinale (il 9 dicembre al teatro La Perla di Montegranaro, Fm) e finale (il 10 dicembre, al teatro Sanzio di Urbino, Pu).
Una vita dedicata alla musica la sua. Come è iniziato tutto?
“Grazie a mio nonno materno, che era appassionato di musica. Sono cresciuto ascoltando i suoi dischi. Avevo 5 anni quando mi regalò un piccolo organo elettronico. E da lì mi sono appassionato alla musica suonando da autodidatta fino a 14 anni. Poi mi iscrissi al conservatorio, per diplomarmi in composizione“.
Nel 1974 l’incontro con Lucio Dalla. Come è avvenuto?
“All’epoca ero tastierista di un gruppo musicale che si chiamava ‘Orange’. Non facevamo grandi concerti, ma buona musica “prog” sì. Un ragazzo che aveva amicizie all’interno della Rca, un giorno mi disse ‘tu sei bravo, alla Rca cercano musicisti, perché non lasci loro il tuo numero?’. A quei tempi ero tra i primi conoscitori ed esperti del sintetizzatore, uno strumento che appartiene alla famiglia degli elettrofoni che può generare suoni anche non esistenti in natura, e che stava facendo la sua comparsa sul mercato. Quindi andai alla Rca, lasciai il mio numero e il mio curriculum. Essendo la vita sorprendente sempre, destino volle che poco dopo, Lucio Dalla si rivolse proprio alla Rca cercando musicisti per la realizzazione del disco ‘Anidride Solforosa’ a cui stava lavorando“.
E fanno il suo nome.
“Si. La Rca mi convoca per una prova. Vado, arrivo con lo strumento sotto al braccio e mi trovo davanti tutto il gruppo di lavoro di Anidride Solforosa, compreso Lucio. Mi chiedono di fare qualche effetto suono, Dalla si diverte tantissimo ad ascoltare e mi dicono subito ‘sì’“.
La convocazione per la prova è diventato il primo giorno di lavoro?
“Infatti, abbiamo iniziato fin da subito, e quell’album fu pubblicato nel ‘75“.
Da qui si apre il percorso con Dalla?
“Finito quel disco, mi chiese di suonare nei concerti con la sua band, dove conobbi Portera, Nanni e Pezzoli. E’ seguito lo storico tour Banana Republic del ’79 fino alla formazione degli Stadio tra il 1980 e 81“.
Altro incontro voluto dal destino, quello con Carlo Verdone?
“Carlo si rivolse a Lucio per la colonna sonora del suo primo film da regista che era ‘Borotalco’. Siamo nel 1982. Lucio mi dice ‘puoi farlo tu? Sei l’unico tra noi che può comporre musica visti i tuoi studi in conservatorio’. Quindi fu Dalla a delegarmi di comporre la colonna sonora di Borotalco, realizzata in parte con le sue musiche in parte mie“.
Da un lato si apre la collaborazione decennale con Verdone, dall’altra si chiude quella con Dalla e gli Stadio..
“Dopo la colonna sonora di Borotalco, Verdone mi disse ‘Fabio mi sono trovato bene, non ti mollo più’. E da lì la musica per ‘Acqua e Sapone’ e le colonne sonore per gran parte dei sui film, fino alla serie TV attuale ‘Vita da Carlo’. L’uscita dagli Stadio risale al 1984, dopo la partecipazione a Sanremo di quell’anno a cui presi parte malvolentieri sia per la scelta non condivisa della canzone in gara, sia perché era maturata in me la volontà di proseguire la strada della composizione“.
Arriviamo ad oggi e alla Reale Accademia di Musica di cui è membro.
“Un gruppo rock di grandissimo successo nato nei primi anni ’70 e fondato dal chitarrista e autore Pericle Sponzilli, con cui avevo collaborato alla fine degli anni ’80. Il gruppo si è ricomposto nel 2018 e lo stesso Sponzilli, essendoci conosciuti in passato, mi chiese di diventare il tastierista e autore di musiche della band che ha in imminente uscita il disco ‘Lame di Luce’“.
Il successo personale è un desiderio comune tra gli aspiranti artisti. E’ d’accordo?
“Si. L’ambizione e la voglia di crescere sono aspirazioni benefiche per l’artista e per il suo pubblico, purché si fondino sull’unicità dell’essere persona, in cui confluiscono umiltà, autenticità, talento, originalità e (perché no?) incontri fortunati“.
Chiudiamo con uno dei suoi primi incontri fortunati. Lucio Dalla e il primo ricordo di voi che le viene in mente adesso.
“Quando gli feci ascoltare la musica che composi per la canzone ‘Un Fiore per Hal’. Due emozioni diverse le nostre, fuse in un ricordo che mi porto dentro con la stessa forza di quel giorno“.